L’analisi della struttura patrimoniale e finanziaria (di D.Nitti)

L’ANALISI DELLA STRUTTURA PATRIMONIALE E FINANZIARIA

L’analisi della struttura patrimoniale e finanziaria delle imprese si fonda principalmente:

  1. sull’individuazione di appositi indicatori;
  2. sulla determinazione di tali indicatori.

La STRUTTURA PATRIMONIALE è in equilibrio quando gli impieghi sono adeguatamente correlati con le fonti di finanziamento. Ciò significa che l’attivo immobilizzato deve essere finanziato con capitale avente la stessa scadenza, o meglio, con CAPITALE PROPRIO.
L’attivo corrente può essere finanziato con debiti con scadenza entro brevi periodi, consentendo all’impresa la liquidità necessaria per estinguere i debiti.
Se la struttura patrimoniale è in equilibrio, anche la struttura finanziaria sarà in equilibrio; ossia l’impresa dovrebbe essere in grado di rimborsare i debiti utilizzando le proprie disponibilità liquide.

 

                                                                                                                                            

Se il margine di struttura è positivo, l’attivo immobilizzato è finanziato esclusivamente con capitale proprio.
Il margine di copertura globale positivo segnala che il CAPITALE PERMANENTE finanzia anche parte dell’attivo corrente, perciò la struttura patrimoniale può considerarsi in equilibrio. Se tale margine dovesse essere negativo, la situazione potrebbe considerarsi precaria.
Il margine di copertura globale coincide con il patrimonio circolante netto (PCN).

 

 

Se il PCN è positivo, l’impresa è in grado di far fronte ai debiti a breve scadenza utilizzando i propri mezzi liquidi o prontamente liquidabili. Se invece è negativo l’impresa si trova in difficoltà finanziarie.
Per verificare la posizione di liquidità è utile calcolare il margine di tesoreria.

 

 

Gli indici patrimoniali analizzano la struttura degli investimenti e dei finanziamenti ed esprimono la capacità dell’azienda di mantenere nel tempo una situazione di equilibrio strutturale.
I principali indici patrimoniali SONO:

 

Redigendo lo Stato patrimoniale sintetico a valori percentuali è possibile evidenziare con immediatezza la solidità del patrimonio e la correlazione fonti/impieghi.
Gli indici di composizione degli impieghi hanno l’obiettivo di misurare il grado di rigidità o elasticità degli investimenti effettuati dall’impresa; gli indici di composizioni delle fonti evidenziano invece in quale misura l’impresa ricorre al capitale di debito e in quale misura si finanzia con capitale proprio. L’indice di incidenza del capitale proprio è l’inverso del leverage (rapporto tra totale impieghi e capitale proprio); se il leverage è uguale a 2, l’incidenza del capitale proprio è del 50%.

 

INDICI FINANZIARI

Si è in presenza di una struttura finanziaria sana quando si è in grado di far fronte con le entrate correnti di tutti i giorni alle uscite correnti e alle esigenze di investimento.

 

Gli indici finanziari affiancano i margini della struttura patrimoniale, completando lo studio delle relazioni fonti-impieghi.

 

Per valutare la SOLVIBILITA’ dell’impresa è utile calcolare anche altri indicatori:

  • la POSIZIONE FINANZIARIA NETTA (Pfn);
  • gli indici di ROTAZIONE e di DURATA.

La POSIZIONE FINANZIARIA NETTA indica l’eccedenza dei mezzi liquidi e dei crediti di finanziamento; se negativa, indica invece l’indebitamento finanziario netto. Si calcola nel seguente modo:

 

 

Gli INDICI DI ROTAZIONE considerano la velocità di rigiro degli impieghi; il giudizio è migliore tanto più elevato è il risultato dei relativi rapporti.

A tali indici si possono affiancare gli indici che esprimono la DURATA MEDIA DELLE DILAZIONI DI PAGAMENTO ottenute dai fornitori o concesse ai clienti, le quali influiscono in maniera determinante sull’entità del fabbisogno finanziario.

In una situazione di EQUILIBRIO la durata media delle dilazioni accordate ai clienti deve essere pressoché uguale a quelle ottenuta dai fornitori.